Il paesaggio e la vita

 


Anche quest’anno a Polizzi Generosa si t
iene, dal 8 al 17 dicembre, il festival del paesaggio1. Si tratta di una kermesse di incontri e proiezioni già criticabile in sé, separata com’è dalla quotidianità degli abitanti disastrati (non fotogenica categoria di cui ci fregiamo far parte) e tutta volta alla riduzione del territorio in paesaggio – una merce come le altre da lustrare e mettere in vetrina per meglio venderla, ma di cui avremmo volentieri fatto a meno di parlare. Se non fosse che nel programma spicca un incontro, previsto per il 16 dicembre, con Luca Romano, autore di un libro dal titolo eloquente: “L’avvocato dell’atomo”.
https://www.amazon.it/Lavvocato-dellatomo-difesa-dellenergia-nucleare/dp/B09S5VSCG9

Si tratta di un fisico, pubblicista/pubblicitario del nucleare che sventolando la bandiera della scientificità – con la sempre verde dichiarazione di guerra alle fake news – affronta le critiche e le obiezioni al nucleare più mainstream e meno radicali ovvero quelle che valutano costi e benefici delle singole soluzioni tecnologiche senza criticare alla base il modo di produzione/distruzione del sistema di cui il nucleare è l’emblema più chiaro. Non è consigliabile, per uno scienziato da social media, affrontare la relazione intrinseca tra nucleare, estrattivismo e guerra – quella relazione che spiega l’importanza strategica per tutti i blocchi di potere dell’Ucraina, che è il primo Paese al mondo per riserve di uranio (la benzina dell’energia nucleare), oltre che di altre risorse strategiche per il sistema industriale, da cui deriva la vera ragione del bagno di sangue lassù2. Questa stessa relazione si materializza in Ansaldo Energia, società controllata da Leonardo Finmeccanica, il colosso italico degli armamenti, che ha da poco dichiarato l’apertura di una “cordata per l’atomo”3; giova ricordare anche che, grazie alle guerre volute da destra e da sinistra, Leonardo ha triplicato negli ultimi due anni i suoi utili (che non erano certo magri in precedenza). Si chiama economia di guerra, è la stessa che prevede che la sanità faccia schifo, che le strade siano disastrate e non ci siano soldi per la cura dei territori: tutti temi per cui sono state organizzate marce a cui i sindaci sono stati ben contenti di partecipare, a patto che non venissero ricordate le loro responsabilità (e, in alcuni casi, i profitti privati di qualcuno).
Si dirà, “sì, d’accordo la relazione tra il nucleare e la guerra però… che c’azzeccano difesa del nucleare e valorizzazione del paesaggio?”
Intanto è un buon modo per dimostrare che sulle questioni strategiche e di sistema non ci sarà nessuna opposizione dalla c.d. opposizione PD che qui ha la sua egemonia amministrativa4. Quando si parla di nucleare non è in ballo soltanto la questione, non certo secondaria, dell’accaparramento energetico ma anche la tenuta e il consolidamento di quella tecnocrazia militare che ha fatto il suo grande ingresso in società durante la gestione pandemica grazie (molto) al PD e ai governi tecnototalitari di Conte e Draghi. Questo stesso pilota automatico tecnomilitare ha oggi Meloni & Co. come giullari di corte ma gli stessi stati maggiori militari, servizi segreti, high tech company e grande finanza, come gestori (dei gestori che nessuna elezione potrà mai scalzare dal loro posto). Il nucleare è la tecnologia perfetta per una società che avrà sempre più bisogno di gestione autoritaria per mantenersi in piedi (mentre il mondo crolla): centralizzazione del controllo, una catena di comando militare/civile per prevenire gli attacchi e per gestire le emergenze; un apparato di soldataglia ovunque che servirà anche a soffocare nel sangue qualsiasi spiraglio di rivolta, qualsiasi rottura della pace coloniale – come ci ricorda quotidianamente l’orrore democratico subìto dalla popolazione di Gaza. Per questo siamo contro il nucleare, perché rafforza i nemici della libertà che tengono in catene, miseria e cerchi di fuoco l’umanità.

Il deposito di scorie nucleari e il paesaggio

E però l’inserimento di una simile arringa pro-nuke proprio all’interno di questo tipo di kermesse non si spiega solo con queste ragioni generali. Non vorremmo (ma è probabile) che dietro se ne nasconda un’altra: più contingente, più urgente, più locale. Le Madonie compaiono tra i 60 siti individuati dall’agenzia governativa SOGIN come adatti ad ospitare un mega deposito di scorie radioattive; un deposito che diventa ancora più importante dal momento che le classi dirigenti vogliono il nucleare e lo vogliono il prima possibile. Organizzare, sotto le mentite spoglie di un dibattito, un momento di propaganda pro-nuke serve sia a preparare il terreno del consenso locale sia a mandare il messaggio che qui, sulle Madonie, è possibile far coesistere una potenziale bomba radioattiva con la diffusione dell’immagine da paradiso naturale da vendere al turista. L’organizzazione dello spettacolo non conosce contraddizioni insanabili ma solo sfide da superare e tutto è possibile per chi detiene i mezzi di produzione dell’idiozia sociale: è successo in Salento col Tap, può succedere qui col deposito di scorie.

Mentre ci si indignava, giustamente, per le parole razziste di un miliardario locale che si lamentava dell’abbandono dei territori, riversandone come sempre la responsabilità in basso, ai giovani siciliani nullafacenti, nessuno ha detto un fatto semplice e banale: quello stesso deserto è voluto e imposto dalla gente della sua “razza”, dagli uomini dei centri di potere statuale ed economico che mentre affollano le sue sfilate decidono della sorte (e della morte) di interi territori.

Tutto il resto sono solo chiacchiere, buone per distrarre gettando fumo sui quotidiani disastri e su chi li rende possibili.

Per questo invitiamo tutti gli individui di cuore e di spirito critico a disertare e/o a contestare l’evento in programma, col pensiero rivolto all’altra sponda del Mediterraneo, a chi sta vivendo sulla propria pelle un altro genocidio voluto dall’Occidente.

Contro il Nucleare, al fianco dei palestinesi e di tutti i popoli oppressi!

 

1https://www.palermotoday.it/eventi/filmfestival-paesaggio-2023-pollizzi-generosa.html

2https://www.unicampus.it/news/fonti-energetiche-il-tesoro-dell-ucraina-e-l-uranio/#:~:text=27%20luglio%202022%20-%20Con%20quindici,%2C%20ferro%2C%20mercurio%20e%20carbone.

3https://genova.repubblica.it/cronaca/2023/11/12/news/ansaldo_urso_convoca_le_imprese_riapriamo_la_strada_al_nucleare-420202356/

4 Un’evidenza per tutti quelli che non sono nel libro paga dell’apparato di formattazione dei cervelli, che rende particolarmente insopportabili e patetiche le posizioni di Romano. Riportiamo un passaggio di una recensione, ovviamente apologetica, del libro dell’autorevole servitore dell’industria atomica: <Perché questo libro non servirà a niente” è il titolo di un paragrafo dell’Avvocato dell’atomoin cui l’autore, fisico e giornalista scientifico, dichiara che la sua esposizione dettagliata e precisa dei fatti nulla può per sconfiggere la paura per l’energia nucleare, che è il naturale timore dell’ignoto> , come se non sapesse che non basterà la paura dell’ignoto dei dominati a fermare i piani assassini dei dominanti.