Luglio

Editoriale

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Terzo Numero – Luglio

Dall’ultimo numero di Scirocco si è tanto parlato, giustamente, di quello che sta succedendo negli USA, la più grande ondata di conflitto sociale degli ultimi decenni in quel Paese.

Gli stessi giornalisti e commentatori che coprono o giustificano ogni schifezza delle polizie italiane, ci hanno spiegato che è normale e giusto ribellarsi di fronte alle ingiustizie di quella società.

Come se fosse diverso qui: non siamo noi, poveri e meridionali di ogni Paese, i “neri” di questa società?

Eppure qui assistiamo alla gioia del “ritorno alla normalità”, cioè ad un pessimo uso dello stare assieme.

Siamo convinti, però, che l’aperitivizzazione di massa sia un modo per tenere a bada angosce individuali e collettive sempre più forti.

Se, invece di bere per buttare giù quel nodo che abbiamo alla gola, lo sputassimo fuori sarebbe già un bel passo in avanti.

A tenere banco è, invece, ancora la lamentela ossia quel diritto che il potere ci dà in cambio del dovere dell’ubbidienza.

Certo, siamo consapevoli di come ci sia bisogno di spazi altri, per cambiare uso e direzione del tempo, ormai che anche gli spazi pubblici dei nostri paesi sono diventati le protesi di bar e pub, dove è normale essere passivi perché consumatori. Sarebbe necessario, quindi e innanzitutto, immaginare luoghi altri per non rimanere clienti a vita.

Una tensione diversa, rispetto agli altri numeri, animerà quindi queste pagine. Parleremo di colonizzazione, di alcuni aspetti dell’alienazione della vita quotidiana, pensando sempre che il miglior modo per affrontare simili questioni sia ribellarsi, organizzarsi, lottare.

L’alienazione ci appare come un enorme peso sulle nostre spalle. Affrontarlo per scrollarcelo di dosso ci sembra uno sforzo necessario per poterci mettere in cammino.

D’altro canto quello che il Sistema ci offre è un happy hour che somiglia sempre più ad un’ora d’aria prima che ci rinchiudano di nuovo.

I prigionieri, questa categoria tanto disprezzata dal pensiero perbene, avrebbero molto da insegnarci, per la loro esperienza: è durante l’ora d’aria, infatti, che si trama e si organizzano proteste e rivolte.