testo del volantino distribuito a Palermo, al presidio del 4 febbraio contro il 41 bis, il carcere e in solidarietà ad Alfredo a 108 giorni dall’inizio dello sciopero della fame.
La solidarietà si fa classe pericolosa
Sul corpo di Alfredo, la cui vita è appesa a un filo, sulla pelle di questi giorni, si sta consumando una battaglia di lungo corso, tanto drammatica nei suoi effetti quanto monopolizzata dalla falsità delle dichiarazioni ufficiali. Quello che lo Stato, coi suoi fascisti al governo (ma sarebbe stato lo stesso se a governare ci fossero stati i democratici), si illude di liquidare una volta per tutte è la ribellione contro il Sistema e il suo fatto fondamentale: la solidarietà cosciente che ne è presupposto e fine. La libertà è il crimine che contiene tutti gli altri, per questo il coro rapace dei giornali e della politica vede nelle vetrine frantumate, nelle auto in fiamme, nei cortei non autorizzati, in tutti i segni della dignità e della vicinanza ad Alfredo che irrompono nella quotidianità del terrore, solo teppismo e criminalità. Il motivo per cui ci si indigna dice qualcosa di chi si è: per i servi del potere è più grave il danneggiamento delle cose che mettere a morte degli esseri viventi, è strage un ordigno senza morti né feriti e non la lunga scia di sangue che Stato, servizi segreti e funzionari in doppio petto hanno steso nel corso della storia italiana.
Su Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, stazione di Bologna, fino alle stragi di Capaci, su tutte le stragi vere, incombe l’ombra indicibile dello Stato e dei suoi apparati.
La guerra dichiarata dallo Stato agli anarchici e alle anarchiche e a chiunque lotti oggi è la declinazione attuale di quella di lungo corso che le classi dominanti conduconocontro gli oppressi e le oppresse dall’unità d’Italia.
Per lo Stato, il movimento anarchico e le altre correnti rivoluzionarie incarnano due peccati: il mantenimento della memoria delle classi subalterne e la coscienza che non ci si può liberare da un dominio che si regge su eserciti, prigioni, logica del terrore, soltanto con battaglie di opinione e raccolta firme.
La ferocia di questa logica si accompagna al pragmatismo nell’affrontare gli scenari di crisi. La guerra Nato/ Russia che giorno dopo giorno rischia di diventare mondiale, vede nell’Italia un suo snodo cruciale con il Muos, Sigonella, e i depositi di armi nucleari; contemporaneamente, l’Italia è il paese più instabile socialmente, specie con il caro-vita e l’inflazione che mordono le condizioni di sopravvivenza di milioni di persone, soprattutto al Sud. Il 41bis, l’ergastolo ostativo, le associazioni mafiose a pioggia sulle colonie meridionali, sono uno strumento perfetto di controllo e repressione della popolazione, per fare in modo che rabbia e intelligenza non si incontrino, magari decidendo di disturbare le preziose servitù militari ed energetiche. Per queste ragioni questi istituti non si devono toccare: ben al di là dei pericolosi anarchici conosciuti dalle questure (come ci ricordano tutti i giornali), è alla folla sconosciuta degli spossessati che si indirizza il messaggio di guerra. Si rassegnino pure, sono l’ingiustizia e l’infelicità lepiùpotenti istigazioni a delinquere.
nemiche e nemici delle galere